Panchina Falcone e Borsellino
Panchina Falcone e Borsellino
Vita di città

Una panchina letteraria simbolo della lotta alla mafia

Ritrae i giudici Falcone e Borsellino, installata in piazza della Costituzione

Una panchina letteraria, cioè un simbolo che vuole porre nel passante l'attenzione verso temi come la lettura e l'arte. Ce ne sono diverse in città, ma questa ha un significato ancora più forte. Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, due giudici che hanno fatto conoscere all'Italia cos'è davvero la mafia nelle sue sfaccettature, quali volti aveva e ha tutt'ora. Hanno pagato la loro lotta, in gran parte combattuta in solitaria, con la vita. A San Ferdinando di Puglia l'amministrazione comunale ha voluto ricordali con una panchina con su dipinta la celebre immagine che li ritrae uno accanto all'altro. L'occasione l'anniversario della prima delle due stragi a opera di Cosa Nostra che hanno cambiato radicalmente la storia della Repubblica italiana: l'attentato dinamitardo di Capaci al giudice Giovanni Falcone sull'autostrada A29. Morirono con lui la moglie il giudice Francesca Morvillo seduta accanto al marito che quella mattina aveva deciso di guidare, gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Ben 500 chili di tritolo fecero esplodere quel tratto di strada. Era il 23 maggio del 1992. Esattamente 57 giorni dopo, il 19 luglio dello stesso anno, toccherà al giudice Paolo Borsellino in via D'Amelio a Palermo con un'auto bomba. Con lui morirono i cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. Il magistrato si era recato, come faceva ogni domenica, a fare visita alla mamma e alla sorella.

La panchina installata a San Ferdinando in piazza della Costituzione non è una semplice opera monumentale, ma vuole essere un segno dell'anti mafia in un territorio dilaniato dalle lotte di clan rivali che si contendono il controllo dei traffici illeciti. Un territorio sotto la lente d'ingrandimento della Direzione Distrettuale Antimafia. Numerosi sono gli omicidi, molti dei quali consumati in pieno centro fra Trinitapoli e San Ferdinando, sotto la luce del sole e degli occhi dei bambini.
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