A San Ferdinando un incontro in occasione della giornata contro la violenza sulle donne
“L’altra metà del racconto”: parlano l’ass. Cinzia Petrignano, l’avv. Maria Cristina Capurso e la psicologa Marilena Filograsso
mercoledì 26 novembre 2025
11.32
In occasione della giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, si è svolta nella giornata di ieri – 25 novembre – presso la biblioteca comunale "Marino Piazzolla" un incontro dal titolo "L'altra metà del racconto".
Presenti all'evento diverse donne e qualche uomo – tra cui il sindaco Michele Lamacchia. Presente anche l'ass. alle attività produttive Daniela Rondinone. Ha introdotto l'argomento l'avvocata e assessore ai servizi sociali Cinzia Petrignano, la quale ha presentato i dati inerenti i femminicidi consumatisi in quest'anno, è stata seguita ed accompagnata poi dall'avv. ta Maria Cristina Capurso e dalla dott.ssa Marilena Filograsso – psicologa dell'osservatorio Giulia e Rossella (Centro antiviolenza).
Si è trattato di un dibattito – accompagnato dalla proiezione di un documentario – volto ad affrontare la violenza di genere e promuovere una cultura del rispetto che parte prima di tutto dall'ambiente familiare in cui i più piccoli crescono. Si è parlato di come la "violenza assistita" direttamente o indirettamente, permea comunque un determinato stato emotivo, si è parlato di "trasmissione intergenerazionale", ma anche di come perpetrare violenza non sia un destino, ma una scelta: "si può scegliere da che parte stare": affermano le professioniste dell'Osservatorio.
Insieme agli interventi delle donne presenti, tra cui insegnanti ed avvocati, si è affermata l'importanza di un necessario linguaggio univoco della violenza, che spesso non si presenta a causa di un retaggio culturale che permea nella quotidianità familiare, negli ambienti scolastici e sui social.
"la percentuale più alta si registra nelle fasce comprese fra i 30 e i 59 anni, che insieme rappresentano oltre il 70% dei casi. I dati indicano che la donna che chiede aiuto ai nostri sportelli è una donna adulta, con un picco di richieste nella fascia d'età tra i 30 e i 39 anni. La fascia d'età più rappresentata è quella delle 30-39enni, che costituisce il 27% del totale.
Seguono le fasce d'età delle 40-49 e delle 50-59enni che costituiscono rispettivamente il 23% e il 22%. Le più giovani (18-29 anni) sono il 15%. Infine, le fasce d'età meno coinvolte sono quelle più anziane (60-69 anni al 8% e maggiori di 70 anni all'1%)".
"Rispetto a queste donne, è stato registrato il seguente livello di istruzione: il 18% è in possesso di laurea; il 32% in possesso di diploma di scuola secondaria superiore, il 42% ha conseguito la licenza media inferiore, il 7% la licenza elementare e il 2% non ha alcun titolo di studio".
"Relativamente alla condizione lavorativa delle donne che hanno fatto accesso nel 2024, il 29 % delle donne ha un'occupazione stabile, il 31% non è occupata, il 19% fa la casalinga, il 12% ha un'occupazione precaria mentre il 9% sta ancora studiando".
Nell'80 % dei casi si tratta di coniuge, ex coniuge, partner convivente, ex partner convivente, ex partner non convivente, partner non convivente per i quali è impossibile accettare l'interruzione della relazione".
"Il partner attuale (coniuge, partner convivente e non convivente) è l'autore di violenza nel 43% dei casi, mentre gli ex (ex coniuge, ex partner non convivente, ex partner convivente) che, nonostante la fine del rapporto, continuano ad agire violenza costituiscono 37% dei casi.
Anche i familiari risultano autori di violenza nel 10,5% dei casi; mentre i conoscenti rappresentano il 7% e gli sconosciuti per il 2,5%".
Presenti all'evento diverse donne e qualche uomo – tra cui il sindaco Michele Lamacchia. Presente anche l'ass. alle attività produttive Daniela Rondinone. Ha introdotto l'argomento l'avvocata e assessore ai servizi sociali Cinzia Petrignano, la quale ha presentato i dati inerenti i femminicidi consumatisi in quest'anno, è stata seguita ed accompagnata poi dall'avv. ta Maria Cristina Capurso e dalla dott.ssa Marilena Filograsso – psicologa dell'osservatorio Giulia e Rossella (Centro antiviolenza).
Si è trattato di un dibattito – accompagnato dalla proiezione di un documentario – volto ad affrontare la violenza di genere e promuovere una cultura del rispetto che parte prima di tutto dall'ambiente familiare in cui i più piccoli crescono. Si è parlato di come la "violenza assistita" direttamente o indirettamente, permea comunque un determinato stato emotivo, si è parlato di "trasmissione intergenerazionale", ma anche di come perpetrare violenza non sia un destino, ma una scelta: "si può scegliere da che parte stare": affermano le professioniste dell'Osservatorio.
Insieme agli interventi delle donne presenti, tra cui insegnanti ed avvocati, si è affermata l'importanza di un necessario linguaggio univoco della violenza, che spesso non si presenta a causa di un retaggio culturale che permea nella quotidianità familiare, negli ambienti scolastici e sui social.
L'origine dell'Osservatorio Giulia e Rossella
L'avvocata Capurso e la psicologa Filograsso hanno parlato dell'attività svolta dai centri antiviolenza e in particolare dell'Osservatorio Giulia e Rossella, che nasce dall'attività di un gruppo di donne a partire dal 1995, iniziando ad operare nel 1998: donne attiviste e professioniste che offrono i loro servizi in modo anonimo, riservato e gratuito alle donne che vi si presentano, sostenendole nei percorsi di uscita dalla violenza.Quante donne hanno chiesto aiuto nel 2024?
Hanno poi fornito alcuni dati: "nell'anno 2024 sono state 196 le donne che hanno fatto accesso ai nostri sportelli. In merito alla nazionalità, il 92% delle donne è di nazionalità italiana, il 2% proviene da Paesi europei e il 6% da Paesi extra europei".Una violenza perpetrata indistintamente dall'età, dal titolo di studio, dalla condizione lavorativa
Continuano poi, affermando come la violenza colpisce indistintamente dall'età, dal titolo di studio, dalla condizione lavorativa:"la percentuale più alta si registra nelle fasce comprese fra i 30 e i 59 anni, che insieme rappresentano oltre il 70% dei casi. I dati indicano che la donna che chiede aiuto ai nostri sportelli è una donna adulta, con un picco di richieste nella fascia d'età tra i 30 e i 39 anni. La fascia d'età più rappresentata è quella delle 30-39enni, che costituisce il 27% del totale.
Seguono le fasce d'età delle 40-49 e delle 50-59enni che costituiscono rispettivamente il 23% e il 22%. Le più giovani (18-29 anni) sono il 15%. Infine, le fasce d'età meno coinvolte sono quelle più anziane (60-69 anni al 8% e maggiori di 70 anni all'1%)".
"Rispetto a queste donne, è stato registrato il seguente livello di istruzione: il 18% è in possesso di laurea; il 32% in possesso di diploma di scuola secondaria superiore, il 42% ha conseguito la licenza media inferiore, il 7% la licenza elementare e il 2% non ha alcun titolo di studio".
"Relativamente alla condizione lavorativa delle donne che hanno fatto accesso nel 2024, il 29 % delle donne ha un'occupazione stabile, il 31% non è occupata, il 19% fa la casalinga, il 12% ha un'occupazione precaria mentre il 9% sta ancora studiando".
La violenza in ogni forma
Hanno poi presentato al pubblico le tipologie di violenza a cui le donne sono state sottoposte, tra queste quella forse più sottovalutata, quella psicologica: "sono nel 68% dei casi quella psicologica, seguita con il 43% dalla violenza fisica, con il 32% dalla violenza economica, con il 15% dalla violenza sessuale, con il 7% dallo stalking e infine dalle molestie sessuali con il 2%".Chi e in quali casi è stata perpetrata violenza nel 2024?
"La violenza contro le donne che hanno fatto accesso ai nostri sportelli nel 2024 è agita prevalentemente da uomini con cui le donne hanno o hanno avuto una relazione.Nell'80 % dei casi si tratta di coniuge, ex coniuge, partner convivente, ex partner convivente, ex partner non convivente, partner non convivente per i quali è impossibile accettare l'interruzione della relazione".
"Il partner attuale (coniuge, partner convivente e non convivente) è l'autore di violenza nel 43% dei casi, mentre gli ex (ex coniuge, ex partner non convivente, ex partner convivente) che, nonostante la fine del rapporto, continuano ad agire violenza costituiscono 37% dei casi.
Anche i familiari risultano autori di violenza nel 10,5% dei casi; mentre i conoscenti rappresentano il 7% e gli sconosciuti per il 2,5%".