San Ferdinando in festa per la solennità del Dies Natalis Sancti Ferdinandi

“Un invito a ritrovare quell'anima comunitaria che abbiamo forse perduto nel fragore dei giorni”: parla don Mimmo Marrone

venerdì 30 maggio 2025 0.01
A cura di Anna Verzicco
A San Ferdinando di Puglia si celebra nella giornata odierna – venerdì 30 maggio – il Dies Natalis Sancti Ferdinandi, ovvero il giorno della nascita al cielo del santo patrono del paese ofantino.

Nell'occasione alle ore 9:00 ci sarà la Celebrazione Eucaristica in Chiesa Madre e dalle 10:00 alle 20:00 un ambulatorio mobile presso Piazza della Costituzione.

Dalle ore 15:00 alle ore 18:00 verranno proposti giochi per bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni a cura della Misericordia di San Ferdinando.

Alle ore 17:00 ci sarà il giro per le vie della città della Banda "Bassa Musica – Città di Molfetta" e alle ore 19:00 la Solenne Concelebrazione Eucaristica alla presenza delle autorità civili e militari.

Nella giornata di domani ci sarà la Celebrazione Eucaristica alle ore 19:00 alla quale seguirà la processione con l'Effigie della B.V. Maria SS. dello Sterpeto.

Nell'occasione abbiamo chiesto a don Mimmo Marrone (parroco della Chiesa San Ferdinando Re) di presentarci un pensiero in occasione della solennità del santo patrono.

"In occasione della solennità liturgica del nostro Patrono, ci ritroviamo sotto l'ombra protettiva di San Ferdinando Re, il nostro rifugio. Non è solo il ricordo di un santo che oggi ci chiama, ma un invito, un richiamo a ritrovare quell'anima comunitaria che abbiamo forse perduto nel fragore dei giorni. Oggi, non solo celebriamo una figura storica, ma ci riconciliamo con un cammino comune, con il ritmo di un cuore che batte all'unisono. San Ferdinando fu re. Ebbe potere, responsabilità, parola pubblica. Ma non fu mai schiavo del ruolo. Fu guida sapiente perché seppe farsi servo; fu giusto perché visse in ascolto; fu amato perché fu mite. E proprio questa virtù della mitezza, così trascurata e così necessaria, è la chiave per vivere ogni forma di autorità – sia essa religiosa, civile o morale – come un servizio e non come un possesso".

Continua però don Mimmo approfittando dell'occasione per ricordare l'elezione del neo sindaco e l'importanza del bene comune: "Con questa solennità liturgica del nostro Patrono inizia anche un tempo nuovo per la nostra città a motivo della elezione del sindaco e del nuovo consiglio comunale. Un tempo che porta con sé sogni, attese, ma anche ferite. La campagna elettorale che abbiamo alle spalle – lunga, accesa, a tratti aspra – ha lasciato segni. Alcuni visibili, altri più profondi. Ma oggi, in questa chiesa, davanti al nostro Patrono e al nostro popolo, si apre una stagione diversa: il tempo della responsabilità condivisa, il tempo del bene comune".

Continua con parole rivolte alla nuova amministrazione: "La nostra città non ha bisogno di trionfi. Ha bisogno di cuori veri, di mani pulite, di sguardi limpidi. Di un'amministrazione che non comandi soltanto, ma che custodisca, serva, si lasci interpellare anche da chi non ha votato, da chi dissente, da chi resta ai margini. È questo il tempo della responsabilità mite, dell'amministrazione che diventa comunità pensante e orante, capace di farsi carico anche delle fragilità, non solo dei risultati. Il potere, diceva Sant'Agostino, non è un privilegio, ma un peso d'amore. È una forma alta di carità sociale, non una competizione per il controllo".

Prosegue con un auspicio verso una comunità in cui si è predisposti all'ascolto, al perdono e alla partecipazione attiva: "E infine, permettetemi un appello ai cittadini e alle cittadine di San Ferdinando. La democrazia non si esaurisce nel voto. Non basta eleggere, occorre partecipare. Non basta giudicare chi governa, bisogna condividere il peso della città".

Termina don Mimmo con parole rivolte direttamente al santo protettore: "San Ferdinando, nostro protettore, ci accompagni con la sua intercessione e ispiri in tutti noi, cittadini e amministratori, un amore profondo per la nostra comunità. E che la sua memoria ci ricordi che la vera grandezza non si misura nei voti ricevuti, ma nella fedeltà al bene comune; non nella visibilità, ma nella capacità di servire in silenzio; non nel comando, ma nell'umiltà del cuore".