Strage di Parigi, una crociata senza religione

Morti in nome di un Dio ormai divenuto una semplice scusa

sabato 14 novembre 2015 16.01
A cura di Stefano Massaro
Parto con il dire che stamane è necessario il silenzio e probabilmente semplicemente una preghiera per chi è credente o qualche domanda per chi non lo è. Le immagini che rimbalzano nelle case di tutti od anche sugli smartphone attraverso il web ed i social network sono devastanti. Devastanti perchè tirano fuori quanto di più angoscioso ci possa essere: la paura dell'ignoto e dell'imprevedibilità. Questa è l'azione che si sta mettendo in atto: tu sei a Parigi ed io ti faccio comprendere che non sei sicuro. Tu sei su di un aereo che torna a casa verso la Russia dopo le vacanze in Egitto ed io ti ci metto una bomba. E' la strategia del terrore e del caos. Rispondere a questa strategia con la stessa moneta è quanto di più errato ci possa essere perchè ingenera semplicemente altro terrore ed altro caos.

Ho aperto Facebook stamattina, il noto social network, ed è un corollario di commenti pro o contro una religione o la categoria religiosa. C'è chi parla dell'immigrazione, c'è chi tira fuori storie o storielle più disparate ma in fondo, scusatemi, cosa c'entrano Dio o Allah o la religione. In quale passaggio si è rotto effettivamente il filo che teneva legati mondi estremamente differenti in una calma apparente. E' purtroppo la natura stessa dell'uomo, la storia si ripete e continua a mietere semplicemente vittime, direi anche inconsapevoli martiri, di una furia che non trova spiegazione in nessun libro o principio di civiltà o religione. Ed è esattamente questo che si sta ingenerando: odio su odio, vittime su vittime, guerra su guerra. Il problema è che in Francia l'arrivo di questo evento così organizzato e ragionato, ha portato nuovamente la guerra in casa nostra, a poche centinaia di chilometri dalla nostra porta, ma a migliaia di chilometri da qui questo è quello che accade sfortunatamente tutti i giorni. L'Islam come il Cristianesimo sono religioni che hanno alla base principi fondanti delle rispettive società che non si basano certo sull'odio reciproco. Ma la terra è fatta di uomini che spesso in nome di questo o quel Dio, possono incarnare tutto il male immaginabile ed inimmaginabile per compiere semplicemente atti di barbaria senza regole di convivenza e con l'unica regola che il più forte vince sempre.

Non piegarsi a questa logica sarebbe già un gran successo anche se oggi, come domani, e come sin quando non ci sarà un temporaneo oblio di questa vicenda, si continuerà a parlare di guerra di religione anche se, questa, è semplicemente una guerra di opportunismo e di economie. Perchè in fondo la sete di potere e conquista, la storia ci insegna, è quella che spinge alle più terribili atrocità. Io oggi faccio solo tante preghiere per chi non c'è più, per chi c'è ed ha vissuto questo dramma, per chi c'è ed è impegnato ad assistere, per chi c'è e dovrà governare questo momento storico, per chi c'è affinché si trovino soluzioni e non altre guerre che difatto continuano a portare altra guerra.