
Diviccaro: «Istituire un polo universitario nella Bat per garantire il diritto allo studio e far crescere la provincia»
La nota di Michela Diviccaro, candidata al consiglio regionale nella lista “Decaro Presidente”
giovedì 13 novembre 2025
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"La presenza di un polo universitario è un motore economico e culturale in grado di migliorare concretamente la vita di un territorio. Per la provincia di Barletta-Andria-Trani è giunto il momento di colmare questo storico divario e dotarsi di un'istituzione universitaria pubblica e radicata, per non restare ai margini dello sviluppo che coinvolge le aree limitrofe." Michela Diviccaro, candidata al consiglio regionale nella lista "Decaro Presidente", ha le idee chiare su come la formazione possa contribuire allo sviluppo della provincia e mette in campo una proposta concreta.
"Il dato più allarmante, che da solo giustifica e richiede un intervento immediato, è il tasso di laureati. La BAT registra infatti la percentuale più bassa sia nella popolazione generale che tra i giovani adulti. Questo non è solo un indicatore statistico, ma il riflesso di un freno allo sviluppo e di una limitazione delle opportunità per le nuove generazioni. L'assenza di un ateneo costringe i giovani a cercare altrove un'istruzione che il territorio non offre, innescando un circolo vizioso che priva la provincia del suo capitale umano più prezioso e ne indebolisce le potenzialità di crescita."
"Oggi, la mancanza di un'offerta universitaria pubblica e radicata aumenta il disagio economico per le famiglie, costrette a sostenere ingenti costi per il mantenimento dei figli fuorisede; alimenta in modo drammatico la "fuga dei cervelli", con scarse probabilità che questi giovani, una volta formati altrove, possano fare ritorno; e impoverisce il tessuto sociale e culturale della provincia, privandola dell'energia e delle idee innovative delle nuove generazioni."
"La BAT, con la sua vivacità culturale e le sue potenzialità enogastronomiche, turistiche e paesaggistiche, merita di dotarsi di un'infrastruttura formativa all'altezza delle sue ambizioni. Il nostro progetto non prevede una semplice succursale di atenei lontani, ma la creazione di un vero e proprio ecosistema integrato di conoscenza, pensato per e con il territorio. Immaginiamo la costituzione di un Polo Autonomo o di un Dipartimento Decentrato di Eccellenza, in convenzione con atenei di riconosciuto prestigio, ma con una sede fisica e una governance fortemente radicata in BAT. I primi corsi di laurea, dalle Scienze enogastronomiche all'Ingegneria dei trasporti marittimi, dall'Informatica alle scienze agrarie, dovranno rispecchiare le vocazioni del territorio. A questo si deve affiancare la realizzazione di una Cittadella dello Studente con aule, laboratori, biblioteche, alloggi e mense, per garantire il diritto allo studio e attrarre giovani anche dalle province vicine. Fondamentale sarà infine sviluppare un centro di ricerca applicata capace di interagire con il tessuto produttivo e sociale, favorendo l'innovazione e lo sviluppo di nuove imprese."
"Quella di Barletta-Andria-Trani non può più essere l'unica grande provincia del Sud senza un suo cuore universitario. È una questione di giustizia territoriale e di visione strategica, portare l'università a Barletta, Andria e Trani non è un sogno, è un progetto realizzabile su cui vogliamo impegnare la Regione. Significa trattenere i nostri giovani, formare i professionisti del futuro e creare un circolo virtuoso tra conoscenza e sviluppo. Vogliamo che i nostri giovani possano costruire il loro futuro qui, senza dover necessariamente fare le valigie."
"Il dato più allarmante, che da solo giustifica e richiede un intervento immediato, è il tasso di laureati. La BAT registra infatti la percentuale più bassa sia nella popolazione generale che tra i giovani adulti. Questo non è solo un indicatore statistico, ma il riflesso di un freno allo sviluppo e di una limitazione delle opportunità per le nuove generazioni. L'assenza di un ateneo costringe i giovani a cercare altrove un'istruzione che il territorio non offre, innescando un circolo vizioso che priva la provincia del suo capitale umano più prezioso e ne indebolisce le potenzialità di crescita."
"Oggi, la mancanza di un'offerta universitaria pubblica e radicata aumenta il disagio economico per le famiglie, costrette a sostenere ingenti costi per il mantenimento dei figli fuorisede; alimenta in modo drammatico la "fuga dei cervelli", con scarse probabilità che questi giovani, una volta formati altrove, possano fare ritorno; e impoverisce il tessuto sociale e culturale della provincia, privandola dell'energia e delle idee innovative delle nuove generazioni."
"La BAT, con la sua vivacità culturale e le sue potenzialità enogastronomiche, turistiche e paesaggistiche, merita di dotarsi di un'infrastruttura formativa all'altezza delle sue ambizioni. Il nostro progetto non prevede una semplice succursale di atenei lontani, ma la creazione di un vero e proprio ecosistema integrato di conoscenza, pensato per e con il territorio. Immaginiamo la costituzione di un Polo Autonomo o di un Dipartimento Decentrato di Eccellenza, in convenzione con atenei di riconosciuto prestigio, ma con una sede fisica e una governance fortemente radicata in BAT. I primi corsi di laurea, dalle Scienze enogastronomiche all'Ingegneria dei trasporti marittimi, dall'Informatica alle scienze agrarie, dovranno rispecchiare le vocazioni del territorio. A questo si deve affiancare la realizzazione di una Cittadella dello Studente con aule, laboratori, biblioteche, alloggi e mense, per garantire il diritto allo studio e attrarre giovani anche dalle province vicine. Fondamentale sarà infine sviluppare un centro di ricerca applicata capace di interagire con il tessuto produttivo e sociale, favorendo l'innovazione e lo sviluppo di nuove imprese."
"Quella di Barletta-Andria-Trani non può più essere l'unica grande provincia del Sud senza un suo cuore universitario. È una questione di giustizia territoriale e di visione strategica, portare l'università a Barletta, Andria e Trani non è un sogno, è un progetto realizzabile su cui vogliamo impegnare la Regione. Significa trattenere i nostri giovani, formare i professionisti del futuro e creare un circolo virtuoso tra conoscenza e sviluppo. Vogliamo che i nostri giovani possano costruire il loro futuro qui, senza dover necessariamente fare le valigie."
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