Convocato a San Ferdinando un consiglio comunale sull’emergenza idrica. <span>Foto Anna Verzicco</span>
Convocato a San Ferdinando un consiglio comunale sull’emergenza idrica. Foto Anna Verzicco
Politica

Consiglio comunale sull’emergenza idrica: il resoconto dei lavori

Rispondono il sindaco Lamacchia e i capigruppo di opposizione del consiglio di minoranza

A San Ferdinando di Puglia si è svolto venerdì 5 settembre un consiglio comunale in adunanza urgente e straordinaria presso la Sala Consiliare dell'ex Sede Comunale, Piazza Giovanni Paolo II.

L'ordine del giorno ha previsto i seguenti punti:
  • Esame della situazione relativa alla chiusura anticipata della stagione irrigua 2025 ed alle criticità denunciate dal comitato spontaneo degli agricoltori.
  • Valutazione delle responsabilità gestionali e amministrative nella gestione delle risorse idriche da parte del Consorzio per la Bonifica di Capitanata.
  • Definizione di impegni e misure operative per la risoluzione strutturale e definitiva della problematica idrica nella Sinistra Ofanto.

Intervento del sindaco Lamacchia

Durante il Consiglio si sono susseguiti vari interventi – primo dei quali quello del sindaco Michele Lamacchia:
"Abbiamo il problema dell'acqua, ma se mi consentite è un problema del riscaldamento globale, perché oggi manca l'acqua, in alcuni momenti abbiamo fenomeni che - non soltanto a San Ferdinando ma in tante località - quando piove fa danni, perché la quantità di acqua in pochi minuti non è sostenibile a nessun sistema di collettamento delle acque".

Continua il sindaco: "Io credo che noi, agli enti preposti, ovvero: consorzio di bonifica, AQP, Regione, Acqua del sud, Governo ed Europa, dobbiamo chiedere l'acqua, vogliamo sistemi di collettamenti funzionali, vogliamo sistemi di distribuzione dell'acqua funzionali. Se ci dividiamo per dire se è meglio questa soluzione o l'altra soluzione rischiamo di fare come la nazionale di calcio, dove tutti siamo allenatori e poi andiamo a perdere.

Quindi la mia proposta, molto semplice, è quello di fare fronte comune – come sistema del passo che volete – per chiedere, a chi ha la responsabilità di fare investimenti tali, che riducano nell'immediato le perdite e, se mi consentite, che recuperino anche furti notevoli che ci sono in questo sistema italiano.

Dall'altra parte, il sistema degli agricoltori deve cominciare a produrre con un sistema tale da ridurre le quantità necessarie di acqua e – al Consorzio di bonifica un sistema di collettamento più efficiente. Alla regione, al governo e all'Europa di fare investimenti tali da assicurare alla Puglia - a questa parte della Puglia - la risorsa acqua, le risorse idriche, perché è il nostro bene più prezioso".

Inizia poi con il primo intervento il capogruppo di opposizione Biagio Musci che spiega come il problema idrico - oggetto del consiglio - sia un problema che devasta il paese da decenni, ma che bisogna trovare un modo per intervenire.

Intervento del capogruppo di opposizione Aniello Masciulli

Successivamente interviene anche il capogruppo di opposizione Aniello Masciulli:
"Il fatto che erano stati mandati – ed erano in procinto di essere mandati – oltre 79.000.000 di euro dai fondi di coesione, gli stessi persi che servivano anche eventualmente a sistemare quelle perdite che diceva giustamente il sindaco. 79.000.000 di euro, e vorrei sapere da voi - se potete illuminarci su questo – se sono stati mai usati e se hanno prodotto quegli elementi, quei lavori che potrebbero salvare – così come dicevano in quella conferenza stampa – circa il 40% delle acque che vanno disperse. La problematica del nostro territorio che è legato da una presenza della sinistra Ofanto, sinistra Ofanto che è alimentata dalla traversa – a dire di Masciulli, un impedimento fisico per il trasporto dell'acqua dell'Ofanto.

"Veniva sottolineato, in quel periodo, che la stessa traversa era quasi sempre non manutenta, nel senso che non c'erano lavori che potessero poi, eventualmente, aumentare l'afflusso delle acque all'interno della stessa. Si chiedeva, con quei 79.000.000, eventualmente di comporre o di costruire un nuovo sbarramento che poteva fare raddoppiare l'entrata – nel caso l'Ofanto era in piena, del doppio nell'invaso di Capacciotti. A questo noi non abbiamo avuto più notizie. E sarebbe opportuno, eventualmente, se è di vostra conoscenza, e nel limite del consentito, sapere se questi lavori avranno mai inizio, se sono mai iniziati, se sono in fase di completamento".

Continua Masciulli riferendosi al secondo punto messo in evidenza dal sindaco a proposito di una delibera che giunta comunale ha prodotto: "A proposito della delibera per incominciare a individuare, eventualmente, le debolezze e i danni che erano stati prodotti per effetto di questa siccità: prima di entrare nel merito di questo avevo - in occasione di una conferenza - messo in evidenza quali dovevano essere, eventualmente, gli elementi da mettere in movimento perché si potesse arrivare ad avere un quadro completo di quella che è la situazione dei terreni nel nostro comune e quali i danni che si erano prodotti.

"Prima ancora della delibera noi abbiamo all'interno del nostro Consiglio Comunale, del nostro comune, due elementi importantissimi: il COC (centro operativo comunale) che secondo me va aperto subito, che comprende una serie di istituti: come sono i vigili urbani, com'è la protezione civile, come sono gli uffici preposti eventualmente a incamerare quelli che sono eventualmente i danni prodotti, per avere un quadro della situazione".

"Quindi le colture, dicevo, sono compromesse, le falde si abbassano e gli agricoltori sono allo stremo. E quindi qual è l'azione che il comune, in piccolo - perché non ha competenze in merito – deve fare? Se si pone come un ente che vuole stigmatizzare quello che è il danno all'interno dello stesso territorio, deve attivare secondo me questo, ed è grave se questo non è stato attivato. Eventualmente questo potrebbe produrre una soppressione della voce di impresa agricola senza prospettive".

Termina Masciulli con pugno fermo: "Non è una questione politica, ma una questione di responsabilità istituzionale. La legge che salvaguarda quello che vi sto dicendo è la legge regionale n.7 del 2014 del decreto legislativo 1 del 2018: definiscono chiaramente il dovere del comune di attivarsi tempestivamente, altri comuni lo hanno già fatto".

Intervento del capogruppo di opposizione Antonio Acquaviva

Parla e interviene anche il capogruppo di opposizione Antonio Acquaviva:
"Io voglio stare sull'appello istituzionale che ha fatto il sindaco di cercare di trovare le condizioni migliori per non avere polemiche, per non creare divisioni, per non creare conflitti: io credo che i primi passi che sono stati mossi non siano inutili, ma che le prime energie sono state impiegate in un percorso che non andava a risolvere quello a cui noi auspichiamo" – inizia Antonio Acquaviva.

"La richiesta della dichiarazione di calamità, la possibilità non so fra un anno, due anni, tre anni di avere qualche centinaio di euro dal ministero o dalla regione non è un fatto, come dire, marginale. Ci sta anche questa richiesta, se vi saranno presupposti per il merito, per la valutazione e con la valutazione economica che potrà soddisfare le richieste per chi potrà chiedere. Io credo che queste energie invece le dobbiamo incanalare verso il punto dove si presenta la criticità, che non è nemmeno il Consorzio di Bonifica".

Condivide il disappunto del sindaco: "Io condivido la censura e il disappunto che il sindaco, a nome del consiglio comunale e della città, ha esposto nei confronti del Consiglio del contratto di bonifica, la condivido in pieno perché non si può rispondere in un tono così inelegante, inopportuno, istituzionale e soprattutto su questioni dove ci sono delle responsabilità che non possono essere derubricate con la minaccia delle azioni penali".

Continua Acquaviva facendo riferimento alle azioni attuare dal Consorzio di Bonifica quest'estate: "Tenuto conto che è stato già detto che il Consorzio di bonifica, sul suo sito, aveva scritto – lo ha già detto il sindaco - che si apriva l'erogazione il 15 maggio – se non ricordo male è avvenuto il 10 giugno - il 12 agosto ha chiuso i rubinetti, in questi 60 giorni ci sono state delle rotture che hanno impedito pure l'erogazione. Quindi è un palazzo che sta in piedi 12 mesi all'anno, forse per dare 40, 50 giorni di bicchieri d'acqua rispetto al fabbisogno che ci vuole. Perché se il Consorzio di Bonifica non ha la responsabilità diretta di assicurare l'intero fabbisogno, il Consorzio di Bonifica non ha fatto nulla con la società mutuataria che gli trasmette l'acqua" – continua – "perché io adesso voglio rubarvi solo pochi minuti, non per tediarvi, ma per cercare di capire come dalla conoscenza miglioriamo la consapevolezza di ciò che noi affermiamo e di ciò che noi proponiamo: il sistema irriguo - di cui ha già fatto accenno il sindaco - è stato fatto, progettato, realizzato a metà degli anni 70. Quando è stato progettato il sistema irriguo, innanzitutto c'era un'analisi del territorio e delle produzioni che è completamente diversa da quella di adesso; quindi i fabbisogni che erano stati stimati ad ettaro erano diversi".

Dopo che Acquaviva ribadisce di aver letto la progettazione del dimensionamento di lampo spiega: "Quando è stato progettato l'invaso di Capacciotti e l'adduttore della Traversa Santa Venere dello sbarramento che sta sul fiume Ofanto - che provvede a portare l'acqua a Capacciotti - è stata fatta quella tubazione che avrebbe assicurato la capacità di invasamento dei 48 milioni di metri cubi di Capacciotti".

Continua dando informazioni in più sul sistema ormai obsoleto che raccoglie l'acqua: "Tenuto conto della sede storica della piovosità dal 1933 al 1975, dove il report spiega completamente come - a seguito del cambiamento delle condizioni climatiche, della piovosità che si è ridotta – si sia avuto quel ridimensionamento su quella tubazione che a pieno regime della portata di piena dell'Ofanto riesce a collettare 500.000 m3 al giorno: è come avere una cannuccia della coca cola rispetto a un un recipiente che si sta svuotando. Tanto è vero - noi abbiamo notato - che in determinati periodi di piena abbiamo le colline dell'Ofanto che straripano, tutta quell'acqua va persa, perché quel tubo non riesce a prendere più acqua per portarlo a Capacciotti".

Pone domande al Consiglio con estrema fermezza: "Allora questo tema qui - se ne fosse venuto a conoscenza, perché ne è a conoscenza l'interlocutore che è componente della società dove si prendono le decisioni del sud - io volevo sapere, nel piano di investimenti approvato nel novembre del 2024, questo intervento è stato finanziato? È stato progettato? A che punto è? O semplicemente il finanziamento è stato distratto a beneficio di altre comunità che hanno saputo protestare e interloquire in maniera più qualificata dei nostri territori con gli attori istituzionali?"

Termina Acquaviva: "Ecco perché, rispetto alla constatazione del Consiglio Comunale, il Comune non può risolvere il problema. Certo, non lo può risolvere tecnicamente, ma se noi non mettiamo in moto la filiera istituzionale in maniera qualificata, pressante, interlocutoria, quest'opera non la si farà mai. Ed è un'opera che non è che costa come il ponte di Messina: è stata stimata a 10 milioni di euro e serve un anno e mezzo per farlo. Sono 17 km di tubazioni fino al doppio di quella che è stata. Così che quando si determina una portata di piena del fiume Ofanto, questa porterà un milione di metri cubi al giorno, invece di mezzo milione di metri cubi al giorno. Questo significa che passeranno 60 giorni di piovosità piena durante l'inverno per riempire l'invaso dei 48 milioni di metri cubi che servono all'agricoltura. Quest'anno siamo partiti con 24 milioni e l'acqua si è esaurita immediatamente perché le temperature sono quelle che sono".

Si chiude il Consiglio straordinario con l'intervento del consigliere di maggioranza Michele Ferrante:
"Noi siamo stati in regione qualche giorno fa, abbiamo parlato con Pentassuglia, c'era Acque del sud, Acquedotto Pugliese, c'era il Consorzio di bonifica, c'era la Corte celeste: possiamo parlarne, però nei termini e nelle misure della collaborazione, perché fino a quando ci verrà detto che manca l'assessore all'agricoltura, che quello che facciamo è inutile, non è buono, quando seguiamo e abbiamo fatto tutto quello che era possibile e immaginabile, seguendo l'iter corretto e che la legge ci impone, allora dobbiamo constatare che altrimenti le nostre strade si divergono. Se vogliamo collaborare siamo apertissimi - ci tengo a dirlo - alla collaborazione. Ma per collaborare servono atteggiamenti differenti".
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