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Agricoltura

In Puglia la maggior parte dei buoni cibi arriva dai piccoli comuni

Più volte riconosciuto il contributo di Zapponeta

Nonostante in Puglia l'incidenza di piccoli comuni sul totale (33,3%) sia la più bassa a livello nazionale, ben 16 delle 20 Dop e Igp e la miriade di produzioni locali riconosciute tradizionali dal MIPAAF vengono coltivate, allevate e trasformate in aree sotto i cinquemila abitanti e riguardando specialità come Carota giallo - Viola di Tiggiano, Cipolla di Zapponeta, Fava di Zollino, Patata di Zapponeta, Pisello nano di Zollino, Pomodoro di Morciano, Fava di Carpino, Cacioricotta caprino orsarese, Lardo di Faeto, Prosciutto di Faeto, Calzone di Ischitella, l'Arancia del Gargano, il Limone Femminello del Gargano e la Patata novella di Galatina.

E' quanto emerge dall'esclusivo studio Coldiretti/Symbola su "Piccoli comuni e tipicità", presentato dalla Coldiretti a Roma a Palazzo Rospigliosi, in occasione dell'apertura dell'anno nazionale del cibo italiano nel mondo per raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese, custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente valorizzato e promosse, grazie alla nuova legge n.158/17 che contiene misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni. Presenti all'evento di Coldiretti a Roma con fascia tricolore Michele Schifone, Sindaco Torricella (Taranto), Gianfilippo Mignogna, Sindaco Biccari (Foggia), Michele Dedda, Sindaco Bovino, Giuseppe Grassi - Sindaco Monteparano (Taranto) e Michele Armienti, Sindaco di Poggiorsini (Bari).

"Le realtà sotto i cinquemila abitanti – spiega il Presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele – rappresentano in Puglia una rete diffusa su poco più del 14% del territorio, ma con una presenza che unisce il senso di comunità all'appartenenza geografica e la custodia di valori e tradizioni come quella del cibo e dei prodotti tipici. La nuova normativa prevede misure per favorire la diffusione della banda larga, la promozione dell'agroalimentare a filiera corta, il turismo di qualità. La legge punta su una dotazione di servizi adeguata, sulla cultura, sulla manutenzione del territorio, sulla tutela dell'ambiente, sulla messa in sicurezza di strade, scuole e del patrimonio edilizio pubblico".

Dal tessuto territoriale dei centri sotto i 5mila abitanti dipende gran parte della leadership italiana in Europa con il sistema della qualità alimentare Made in Italy (Dop/Igp) che sviluppa un fatturato annuo al consumo di quasi 14 miliardi, dei quali circa 4 miliardi realizzati sul mercato estero. Una risorsa per l'Italia che può contare su un patrimonio di antiche produzioni agroalimentari tramandate da generazioni in un territorio unico per storia, arte e paesaggio che sono le principali leve di attrazione turistica. Non a caso due stranieri su tre considerano la cultura e il cibo le principali motivazione del viaggio nel Belpaese mentre per ben il 54 per cento degli italiani il successo della vacanza dipende dalla combinazione cibo, ambiente e cultura, secondo l'indagine Coldiretti/Ixe'.
"l successo di una vacanza – aggiunge il Direttore di Coldiretti Puglia, Angelo Corsetti - oggi dipende dal cibo (35%) e le realtà rappresentate dai piccoli comuni coniugano al meglio i prodotti tipici all'eccellenza alla bellezza dei centri storici e del paesaggio, tanto che Pietramontecorvino, Bovino, Alberona, Roseto Valfortore, Specchia appartengono ai 'Borghi più belli d'Italia'. IL turismo pugliese non è solo mare, piuttosto volano per lo sviluppo di tutto il territorio, elemento di promozione del paesaggio, della cultura e degli stessi prodotti agroalimentari locali".

Il turismo enogastronomico è il vero traino dell'economia turistica pugliese – sottolinea Coldiretti Puglia - caratterizzato da 5 milioni di ulivi pluricentenari, 276 prodotti riconosciuti tradizionali dal MIPAF, 10 prodotti DOP (5 oli extravergini, il Pane di Altamura, il canestrato pugliese, la mozzarella di bufala, il caciocavallo silano e l'oliva Bella di Cerignola) e 29 vini DOC, oltre a pregevoli masserie storiche, le più belle d'Italia. L'offerta di attività ricreative e culturali è aumentata in misura crescente nel corso degli ultimi anni, rispettivamente del 26,5 e del 22,4 percento.
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