Cannabis terapeutica
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La legislazione italiana sulla cannabis terapeutica: una panoramica

Approfondimento sul tema

La legislazione sulla cannabis in Italia presenta numerose particolarità e punti critici che è necessario conoscere per navigare in questo mondo. E non è semplice conoscerle nel dettaglio.

Molti, ad esempio, ancora ignorano che nel nostro Paese sia lecito l'acquisto di prodotti come i semi di cannabis di Sensoryseeds, e-commerce tra i più noti nel settore, e chi conosce questa particolarità potrebbe non sapere con precisione in quali situazioni sia legale la loro compravendita. In questo caso la risposta è: solo a scopo collezionistico.

Altri, invece, hanno difficoltà a conoscere tutti i dettagli della normativa sulla canapa light, un settore su cui ancora si combatte per affinare le leggi in materia.

Ma l'ambito forse più delicato di tutti è rappresentato dalla cannabis terapeutica: quando può essere utilizzata e in che modi? Come viene regolamentata dalla legge nazionale?

Nel seguente articolo cercheremo di offrire una risposta sui principali interrogativi in materia.

Le varie tipologie di cannabis terapeutica accessibili ai pazienti italiani

La diversità delle tipologie di cannabis terapeutica disponibili rappresenta un aspetto fondamentale del trattamento medico per varie condizioni. La scelta delle diverse varietà si basa su un'attenta valutazione delle esigenze terapeutiche e sul profilo dei principi attivi presenti in ciascuna tipologia.

Le due principali varietà disponibili sono la cannabis FM1 e la cannabis FM2.

Quest'ultima, introdotta nel 2016, contiene una concentrazione di THC (tetraidrocannabinolo) tra il 5 e l'8% e di CBD (cannabidiolo) tra il 7,5 e il 12%. Questa varietà è stata la prima ad essere prodotta in Italia, seguendo rigorosi standard europei e processi di controllo qualità. Successivamente, nel 2018, è stata introdotta la cannabis FM1, con una concentrazione più elevata di THC (tra il 13 e il 20%) e una quantità minore di CBD (inferiore all'1%).

Oltre alle varietà FM1 e FM2, in Italia sono disponibili altre preparazioni a base di cannabis terapeutica. Una di queste è il Sativex, un farmaco a base di estratti di cannabis, composto da CBD e THC, prescritto principalmente per il trattamento della spasticità associata a patologie come la sclerosi multipla.

Come e per quali patologie può essere somministrata la cannabis terapeutica?

La prescrizione e l'utilizzo della cannabis terapeutica in Italia si muovono all'interno di un contesto normativo ben delineato, che mira a garantire l'efficacia terapeutica e la sicurezza per i pazienti. Nel cuore di questo processo ci sono criteri rigorosi e condizioni specifiche per la prescrizione, stabilite per assicurare che solo i pazienti con reali necessità terapeutiche possano accedere a questo tipo di trattamento.

Per essere precisi può essere prescritta solo da medici qualificati e viene somministrata sotto forma di farmaci specifici.

La normativa vigente, in particolare il Decreto ministeriale del 9 novembre 2015, stabilisce che i pazienti devono provare i trattamenti convenzionali prima di poter accedere alla cannabis. Questo approccio prudente assicura che la sostanza venga utilizzata solo come un'opzione terapeutica complementare, piuttosto che come prima scelta.

La gamma di patologie per cui la cannabis terapeutica può essere prescritta è ben definita. Tra queste figurano la sclerosi multipla, il dolore cronico (soprattutto quello neurogeno), il glaucoma resistente alle terapie tradizionali, la sindrome di Gilles de la Tourette, e le condizioni che causano nausea e vomito a seguito di chemioterapia, radioterapia e terapie per l'HIV.

La cannabis è impiegata anche per stimolare l'appetito in pazienti affetti da anoressia, cachessia e AIDS.

Non si esclude, peraltro, che in futuro possa essere somministrata anche per altri disturbi stante i continui studi svolti in merito, nei confronti dei quali di recente è stato istituito un innovativo polo di ricerca medica proprio nella regione Puglia.

La somministrazione è strettamente regolamentata. Le preparazioni possono essere assunte sotto forma di decotto, inalazione o vaporizzazione, con la formula e la via di somministrazione specificate nel Decreto ministeriale del 2015. Questo controllo normativo garantisce la coerenza e la qualità del trattamento, limitando le possibili variazioni nella composizione e nell'efficacia del farmaco.

Una circolare recente del Ministero della Salute ha chiarito ulteriormente il quadro normativo, escludendo l'allestimento di 'formule officinali' a base di cannabis e limitando le forme farmaceutiche e le vie di somministrazione a quelle indicate nel decreto ministeriale.

Un approfondimento sulle principali criticità legate alla possibilità di accedere alla cannabis terapeutica in Italia

La cannabis terapeutica presenta un costo non trascurabile. Inizialmente, il sistema sanitario italiano non copriva il costo di questi medicinali, che in alcuni casi può arrivare fino a 50 euro, rendendo il trattamento inaccessibile per alcuni pazienti. Questa situazione ha creato una disparità nell'accesso alle cure, con pazienti idonei impossibilitati a sostenere le spese.

Per affrontare questa problematica, il governo italiano ha adottato misure ad hoc. Una di queste è stata l'impiego dell'esercito nel processo di produzione della cannabis, allo scopo di ridurre i costi. Allo scopo è stato allestito uno stabilimento farmaceutico a Firenze che ha contribuito significativamente alla diminuzione del costo della cannabis terapeutica, riducendolo del 30% circa entro il 2017. Questo approccio ha permesso di aumentare la produzione e di rendere il trattamento più accessibile.

Un altro aspetto critico è rappresentato dalle liste di attesa per l'accesso alla cannabis terapeutica. Inizialmente, i pazienti hanno dovuto affrontare lunghi periodi per ricevere il trattamento, aggravando ulteriormente la situazione. Tuttavia, con l'aumento della produzione e l'efficace gestione della distribuzione, si è assistito a un miglioramento progressivo in termini di tempi di attesa e accessibilità.

In conclusione

La cannabis terapeutica in Italia rappresenta un significativo progresso nel campo della medicina e un importante strumento terapeutico per i pazienti con specifiche condizioni mediche. La sua legalizzazione e regolamentazione hanno segnato una svolta decisiva nella gestione del dolore e di altre patologie, offrendo ai pazienti alternative terapeutiche innovative.

Mentre il Paese continua ad adattarsi e a rispondere alle esigenze dei pazienti, la cannabis terapeutica rimane un campo in espansione, promettente per il trattamento di una vasta gamma di condizioni mediche.

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