Allarme sicurezza, Usf: «Misure ci sono ma non si attuano»

Instabilità governativa. Eletti dimostrerebbero ciò che affermano

sabato 23 aprile 2016 18.04
«Non siamo l'unica realtà a soffrirne, questo è vero, ma il problema della sicurezza a San Ferdinando di Puglia sta diventando questione molto seria tanto da non poter essere più sottovalutata». Ad affermarlo è Salvatore Puttilli, in rappresentanza del gruppo consigliare Uniti per San Ferdinando, un merito alle ultime vicende di cronaca, come l'assalto ai due bancomat di questa mattina. «Qualcuno - continua il capogruppo - , sin dal 2008, si preoccupò seriamente del problema tanto da presentare alla Prefettura di Foggia la proposta progettuale di videosorveglianza territoriale con i fondi del Po Fres 2007-2013 al fine di "rendere il territorio meno aggredibile da fattispecie criminose che rappresentano un grave ostacolo allo sviluppo economico, alla civile convivenza, alla qualità e produttività del lavoro e all'attrattività dei territori". Tale progetto è stato poi portato a compimento e inaugurato dall'attuale amministrazione. Ora, la prima domanda è: come mai tale sistema di videosorveglianza non è ancora in grado di funzionare e di proteggerci? Qualcuno, sin dal 2009, si preoccupò di fornire un adeguato supporto logistico all'ormai cronica emergenza abitativa della locale stazione dei Carabinieri. Di concerto con l'allora Sottosegretario agli Interni, onorevole Alfredo Mantovano, il Comune si rese disponibile a realizzare degli interventi per l'attivazione della nuova sede del Comando dell'Arma dei Carabinieri di San Ferdinando presso il centro-servizi in zona Pip. I Ministero degli Interni, ci avrebbe corrisposto anche il canone di fitto annuo. Più sicurezza dunque e più entrate per il comune. Ora la seconda domanda è: chi e perchè non ha inteso portare a termine tale accordo?».

«Nel 2014, un deliberato di Consiglio Comunale sull'ordine pubblico locale piuttosto articolato e votato all'unanimità chiedeva al sindaco - Michele Lamacchina # di attivarsi su tutta una serie di questioni. Ora la terza domanda è: cosa è stato fatto in ottemperanza a questo deliberato consiliare? Le ultime vicende (la massima autorità di pubblica sicurezza locale che, così riferiscono, entra a gamba tesa sui carabinieri in servizio presso i seggi al fine di far sanzionare le loro vetture) e la situazione politica di una maggioranza ormai in bilico e priva del consenso elettorale espresso nelle urne nel 2012, non depongono a favore di una chiarezza di intenti e della necessaria autorevolezza per poter fronteggiare l'escalation della micro-criminalità nel nostra città. Occorrebbe lavorare su più fronti e, per quanto ci riguarda, abbiamo le idee molto chiare su come procedere politicamente al fine di arginare tali fenomeni. Se e quando saremo chiamati, con il consenso dei cittadini, a governare il nostro paese lo dimostreremo.