Segnalata la presenza di cimici asiatiche nella Bat

Invasione di insetti alieni a causa dei cambiamenti climatici

lunedì 19 agosto 2019 22.39
Esemplari di cimice asiatica sono stati segnalati nella provincia Bat. La loro presenza è causata dai cambiamenti climatici in atto, dal surriscaldamento e dalle barriere comunitarie colabrodo. «Parassiti "alieni", mai visti prima, si sono accaniti su alberi, piante e frutti, dalla Drosophila Suzukii dei frutti rossi all'Aleurocanthus spiniferus che attacca agrumi e vite, dalla Xylella degli ulivi al punteruolo rosso che ha fatto strage di decine di migliaia di palme fino alla Tristeza degli agrumi» ha rimarcato Coldiretti Puglia, plaudendo all'avvio del tavolo interministeriale di crisi per affrontare definitivamente la questione della cimice asiatica che si sta moltiplicando nelle campagne ed in città, causando danni stimati per ora in circa 250 milioni di euro, ritrovate sempre più frequentemente anche in Puglia.

«L'invasione di virus e insetti alieni impone una strategia complessiva della regione Puglia contro le numerose e incontenibili malattie delle piante che arrivano in Puglia attraverso le frontiere colabrodo dell'Ue che, sia improntata su una tempestiva quanto efficace azione di prevenzione e contenimento, per non mettere a repentaglio il patrimonio arboreo e produttivo pugliese, già messo seriamente a dura prova» ha spiegato il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia.

«La cimice asiatica è particolarmente pericolosa per l'agricoltura: prolifica con il deposito delle uova almeno due volte all'anno con 300-400 esemplari alla volta che con le punture rovinano i frutti rendendoli inutilizzabili, col rischio di compromettere seriamente parte del raccolto. La Puglia non può permettersi l'invasione di altri virus alieni. La cimice asiatica, tra l'altro, si accanisce anche sulle olive»

L'arrivo di fitopatologie, parassiti e virus provenienti da altri continenti è favorito dall'intensificarsi degli scambi commerciali, attraverso i quali arrivano in Puglia, dove trovano un habitat favorevole a causa dei cambiamenti climatici.

Sotto accusa è il sistema di controllo dell'Unione Europea con frontiere colabrodo che hanno lasciato passare materiale vegetale infetto e parassiti vari. Una politica europea troppo permissiva che consente l'ingresso di prodotti agroalimentari e florovivaistici nell'Ue senza che siano applicate le cautele e le quarantene che devono invece superare i prodotti nazionali quando vengono esportati con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta.