Strade rotte dopo i lavori, il sindaco diffida l'ENEL

Dura lettera inviata all'azienda

venerdì 14 settembre 2018 11.00
«Le strade interessate dai lavori di scavo, si presentano in grave stato di dissesto, dovuto a cedimenti in corrispondenza degli scavi da voi eseguiti con pericolo per la circolazione veicolare e pedonale».

È uno stralcio della lettera inviata dal sindaco di San Ferdinando di Puglia Salvatore Puttilli all'attenzione di ENEL, l'azienda che sta provvedendo alla realizzazione di una nuova rete elettrica.

Il sindaco evidenzia un non corretto ripristino del manto stradale a seguito dei lavori che quindi potrebbero provocare situazioni di pericolo.

«Tale situazione - scrive il sindaco- è stata più volte portata all'attenzione di codesta Società, che in qualche occasione è intervenuta con lavori di parziale ripristino, senza risolvere il problema. Inoltre è stato chiesto di provvedere all'immediata messa in sicurezza dei cantieri nel rispetto delle norme in vigore in materia, senza che anche tale ultima richiesta sia seguita ottemperanza. Il perdurare di tale situazione rappresenta un pericolo per la pubblica e privata incolumità, oltre che a rappresentare un pericolo per la rete stessa, visti gli sprofondamenti degli scavi in più parti».

Il sindaco dunque ha diffidato l'azienda ad eseguire «con urgenza immediata le opere necessarie a garantire la pubblica e privata incolumità, nel rispetto delle norme di esecuzione dei ripristini che sono parte integrale dell'autorizzazione», ricordando che «la responsabilità per eventuali danni rivenienti dal mancato regolare ripristino degli scavi effettuati, è vostra responsabilità diretta, con esonero del Comune e dei suoi Organi Tecnici».

Non solo. Puttilli rimprovera alla società un presunto abuso perpetrato «nell'utilizzare i sostegni della segnaletica stradale e della pubblica illuminazione per affiggere avvisi che segnalano l'interruzione di energia elettrica, senza procedere alla loro completa (successiva compreso il nastro che lega detti avvisi ai sostegni) rimozione».

Non soltanto una richiesta, ma un vero e proprio avvertimento: «trascorsi 5 giorni dal ricevimento della presente, si adiranno le vie sanzionatorie e ripristinatorie (con oneri a vostro carico), previste dalle vigenti norme in materia, oltre che segnalare ipotesi di reato presso la Procura della Repubblica».