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Agricoltura motore della crescita in Puglia

Da gennaio a settembre 2022 balzo delle vendite all’estero del 42.6% della pasta, del 32.7% dell’olio, dell’8.7% del vino e del 5% della frutta e degli ortaggi lavorati

L'agricoltura e l'agroalimentare si confermano un motore importante dell'economia in Puglia, con la crescita degli occupati del 2.9% ed il boom delle vendite all'estero. È quanto emerge dall'analisi di Coldiretti Puglia sulla base dei dati di Bankitalia del primo semestre 2022 e rispetto all'aggiornamento dei dati Istat sull'export da gennaio a settembre 2022.

La necessità di manodopera, resa ancora più stringente per le condizioni climatiche sempre più estreme ed imprevedibili rende il settore agricolo effervescente sul fronte della richiesta di forza lavoro, a cui va dato impulso con la necessaria semplificazione.

Sul fronte delle esportazioni, si confermano le performance straordinarie dell'agroalimentare made in Puglia anche nei nove mesi del 2022, con un balzo del 42.6% della pasta, del 32.7% dell'olio, dell'8.7% del vino e del 5% della frutta e degli ortaggi lavorati rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Grande exploit delle vendite all'estero della pasta aumentate sotto la spinta dell'allarme globale provocato dalla guerra in Ucraina sulla certezza e salubrità del cibo che ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico rappresentato dal cibo e dalle necessarie garanzie di qualità e sicurezza, proprio quando coltivare grano è costato agli agricoltori pugliesi fino a 600 euro in più ad ettaro.

«In Puglia, tra l'altro, la produzione di grano è crollata nel 2022 del 35%-40% a causa della siccità, mentre ad essere più penalizzati con i maggiori incrementi di costi correnti sono stati proprio i cereali, dal grano all'avena» hanno proseguito da Coldiretti Puglia.

Un vero salto delle vendite di oliosi è verificato nel Regno Unito con un raddoppio che evidenzia come l'export pugliese si sia rivelato più forte della Brexit, dopo le difficoltà iniziali legate all'uscita dalla Ue, seguito dalla crescita delle vendite anche negli Stati Uniti, mentre si sono rarefatti gli scambi con la Russia. A impattare fortemente sulla produzione olearia in Puglia sono il prezzo del carburante, con le bollette più che raddoppiate in pochi mesi il costo dell'energia e i rincari di vetro (+15%) per le bottiglie e carta (+70%) per le etichette, fino ai costi stellari per imbottigliamento, confezionamento e trasporti.

«Diffondere la cultura dell'olio extravergine di oliva fra i turisti e i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell'olio in Italia e all'estero è il nostro obiettivo perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell'olio» ha commentato Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, ricordando come l'ulivo in Puglia sia presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine dop e 1 igp olio di Puglia «con l'olivicoltura pugliese che è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d'Italia con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del sud, quasi il 32% nazionale e l'8% comunitaria ed un valore di un miliardo di euro di produzione lorda vendibile di olio evo».

Bene anche l'export del vino pugliese nonostante a causa dei rincari energetici e della guerra in Ucraina siano aumentati del 35% i costi per la produzione ed il trasporto del vino con un impatto pesante sulle aziende vitivinicole, con una performance positiva in Gran Bretagna del +121%, in Francia del +44%, in Germania del +27%, in Cina +24% e Svizzera +18%.
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