
Territorio
Il Parco del fiume Ofanto verso la trasformazione in Parco Nazionale
Una proposta di legge che promuoverebbe la biodiversità del parco: parla Michele Marino, presidente del Consorzo pro Ofanto
San Ferdinando - venerdì 13 giugno 2025
17.09
Un probabile e possibile passo avanti si prospetta per il fiume Ofanto – il secondo maggior fiume del sud Italia e unico vero fiume della Puglia.
Questo con un disegno di legge che prevede l'istituzione del Parco Nazionale dell'Ofanto e la conseguente salvaguardia della biodiversità di quello che si presenta un territorio di grande rilievo e bellezza storica, artistica e ambientale.
Questo nuovo Parco nazionale, che risulterebbe il terzo – dopo quello del Gargano e dell'alta Murgia - favorirebbe e promuoverebbe lo sviluppo sostenibile del turismo e dell'economia della valle.
Abbiamo quindi chiesto a Michele Marino – presidente del Consorzio pro Ofanto – di poterci parlare in modo dettagliato della questione ofantina.
Si sta parlando di un iter legislativo che potrebbe portare la gestione del fiume Ofanto da regionale a nazionale, potrebbe raccontarci la questione nel dettaglio?
"Per quanto riguarda il primo punto - che riguarda l'iter parlamentare - ci sono in esame due disegni di legge e il primo – cronologicamente – a firma del senatore Trevisi, il secondo del senatore Dario Damiani di Barletta che presentò il disegno di legge subito dopo il nostro forum di Barletta al castello – che organizzammo due anni fa – a cui partecipò anche il senatore Damiani e la prof.ssa Angiola Filipponio Tatarella in rappresentanza del ministero dei beni culturali per la tutela del paesaggio.
Quindi ora l'iter è ripreso da qualche settimana e, a breve, nelle prossime settimane ci saranno le audizioni dei soggetti interessati all' approvazione del Parco Nazionale dell'Ofanto che sarà il terzo parco nazionale, dopo quello del Gargano e dell'alta Murgia.
I tempi tecnici sono quelli un po' più preoccupanti, non è del tutto certo che siano più che sufficienti per l'approvazione definitiva. Perché in pratica mancano due anni al termine della legislatura - togliendo i periodi morti - e quindi deve essere ancora approvato dal Senato; poi il testo in prima lettura sarà trasmesso alla Camera dei Deputati e qualora venga approvato con modifiche – cosa che non si può escludere – deve ritornare per la definitiva approvazione da parte del Senato. Quindi due anni sono sufficienti ma forse, speriamo non necessari".
A suo parere questa nuova condizione potrebbe portare il fiume Ofanto ad una particolare valorizzazione?
"Certamente la valorizzazione oltre alla tutela è l'aspetto che ci interessa di più, quindi parliamo naturalmente prima della salvaguardia che – oggi come oggi – non può essere garantita né dall'ente parco regionale della Puglia perché non ci sono strumenti né finanziari e né organizzativi per farlo, né tanto meno nell'alta e media valle irpina e lucana.
Quindi il controllo, il monitoraggio e gli interventi a tutela del fiume della valle saranno garantiti dall'istituzione del Parco Nazionale. Così come, naturalmente, a noi interessa molto la valorizzazione – cosa di cui ci siamo occupati da 14 anni – e abbiamo fatto ogni genere di iniziativa dall'alto Ofanto fino a Barletta.
Anche l'altro ieri abbiamo partecipato ad un incontro a Gioia del Colle per la ricongiunzione della linea ferroviaria Gioia del Colle – Spinazzola con quella di Rocchetta Sant'Antonio – Avellino, alla quale abbiamo partecipato circa 13 anni fa al primo congresso sul rilancio della storica linea – la seconda più antica d'Italia voluta dal re Ferdinando II del 1881 – e quindi anche su questo fronte della valorizzazione siamo impegnatissimi essendo il nostro obiettivo statutario di primario interesse del consorzio pro-Ofanto".
Quali sono i piani strategici che - secondo lei - dovrebbero essere ancora attuati?
"La strategia alla base di un parco nazionale non può non essere la comunità territoriale: per comunità si intende tutti i soggetti attori sul territorio della valle sia pubblici che privati.
Quindi - attraverso una corretta e ampia informazione e anche comunicazione istituzionale - ci auguriamo di sensibilizzare prima di tutto le amministrazioni comunali e anche le province e poi le associazioni ambientaliste e socioculturali di tutta la valle a condividere il nostro progetto che è il progetto di tutti noi ofantini.
Quindi una strategia di coesione e di sviluppo sostenibile seguendo la falsa riga di altre importanti esperienze a livello nazionale e internazionale. Ne cito una per tutti: la Valle della Loira dove ci sono i vini famosi, pregiati che sono stati valorizzati attraverso l'immagine del fiume.
Noi possiamo vantare un paniere di prodotti agroalimentari della valle dell'Ofanto. Un progetto di massima lo presentammo già una decina di anni fa – alla fine dell'agricoltura di Foggia – con un'ipotesi appunto di marchio e questa ora dobbiamo riprenderla in mano con le associazioni di categoria e tutti coloro che sono interessati a valorizzare l'agroalimentare".
Per ulteriori informazioni e curiosità sul fiume Ofanto è possibile visitare il sito al seguente link http://Www.consorzioproofanto.it
Questo con un disegno di legge che prevede l'istituzione del Parco Nazionale dell'Ofanto e la conseguente salvaguardia della biodiversità di quello che si presenta un territorio di grande rilievo e bellezza storica, artistica e ambientale.
Questo nuovo Parco nazionale, che risulterebbe il terzo – dopo quello del Gargano e dell'alta Murgia - favorirebbe e promuoverebbe lo sviluppo sostenibile del turismo e dell'economia della valle.
Abbiamo quindi chiesto a Michele Marino – presidente del Consorzio pro Ofanto – di poterci parlare in modo dettagliato della questione ofantina.
Si sta parlando di un iter legislativo che potrebbe portare la gestione del fiume Ofanto da regionale a nazionale, potrebbe raccontarci la questione nel dettaglio?
"Per quanto riguarda il primo punto - che riguarda l'iter parlamentare - ci sono in esame due disegni di legge e il primo – cronologicamente – a firma del senatore Trevisi, il secondo del senatore Dario Damiani di Barletta che presentò il disegno di legge subito dopo il nostro forum di Barletta al castello – che organizzammo due anni fa – a cui partecipò anche il senatore Damiani e la prof.ssa Angiola Filipponio Tatarella in rappresentanza del ministero dei beni culturali per la tutela del paesaggio.
Quindi ora l'iter è ripreso da qualche settimana e, a breve, nelle prossime settimane ci saranno le audizioni dei soggetti interessati all' approvazione del Parco Nazionale dell'Ofanto che sarà il terzo parco nazionale, dopo quello del Gargano e dell'alta Murgia.
I tempi tecnici sono quelli un po' più preoccupanti, non è del tutto certo che siano più che sufficienti per l'approvazione definitiva. Perché in pratica mancano due anni al termine della legislatura - togliendo i periodi morti - e quindi deve essere ancora approvato dal Senato; poi il testo in prima lettura sarà trasmesso alla Camera dei Deputati e qualora venga approvato con modifiche – cosa che non si può escludere – deve ritornare per la definitiva approvazione da parte del Senato. Quindi due anni sono sufficienti ma forse, speriamo non necessari".
A suo parere questa nuova condizione potrebbe portare il fiume Ofanto ad una particolare valorizzazione?
"Certamente la valorizzazione oltre alla tutela è l'aspetto che ci interessa di più, quindi parliamo naturalmente prima della salvaguardia che – oggi come oggi – non può essere garantita né dall'ente parco regionale della Puglia perché non ci sono strumenti né finanziari e né organizzativi per farlo, né tanto meno nell'alta e media valle irpina e lucana.
Quindi il controllo, il monitoraggio e gli interventi a tutela del fiume della valle saranno garantiti dall'istituzione del Parco Nazionale. Così come, naturalmente, a noi interessa molto la valorizzazione – cosa di cui ci siamo occupati da 14 anni – e abbiamo fatto ogni genere di iniziativa dall'alto Ofanto fino a Barletta.
Anche l'altro ieri abbiamo partecipato ad un incontro a Gioia del Colle per la ricongiunzione della linea ferroviaria Gioia del Colle – Spinazzola con quella di Rocchetta Sant'Antonio – Avellino, alla quale abbiamo partecipato circa 13 anni fa al primo congresso sul rilancio della storica linea – la seconda più antica d'Italia voluta dal re Ferdinando II del 1881 – e quindi anche su questo fronte della valorizzazione siamo impegnatissimi essendo il nostro obiettivo statutario di primario interesse del consorzio pro-Ofanto".
Quali sono i piani strategici che - secondo lei - dovrebbero essere ancora attuati?
"La strategia alla base di un parco nazionale non può non essere la comunità territoriale: per comunità si intende tutti i soggetti attori sul territorio della valle sia pubblici che privati.
Quindi - attraverso una corretta e ampia informazione e anche comunicazione istituzionale - ci auguriamo di sensibilizzare prima di tutto le amministrazioni comunali e anche le province e poi le associazioni ambientaliste e socioculturali di tutta la valle a condividere il nostro progetto che è il progetto di tutti noi ofantini.
Quindi una strategia di coesione e di sviluppo sostenibile seguendo la falsa riga di altre importanti esperienze a livello nazionale e internazionale. Ne cito una per tutti: la Valle della Loira dove ci sono i vini famosi, pregiati che sono stati valorizzati attraverso l'immagine del fiume.
Noi possiamo vantare un paniere di prodotti agroalimentari della valle dell'Ofanto. Un progetto di massima lo presentammo già una decina di anni fa – alla fine dell'agricoltura di Foggia – con un'ipotesi appunto di marchio e questa ora dobbiamo riprenderla in mano con le associazioni di categoria e tutti coloro che sono interessati a valorizzare l'agroalimentare".
Per ulteriori informazioni e curiosità sul fiume Ofanto è possibile visitare il sito al seguente link http://Www.consorzioproofanto.it