
Politica
Querelle sulla bandiera palestinese in sala consiliare a San Ferdinando, se ne discute in consiglio
L'assise è convocata per venerdì, «si doveva ricercare la convergenza fra tutti i gruppi presenti»
San Ferdinando - mercoledì 16 luglio 2025
18.46
È stata richiesta la convocazione del Consiglio Comunale – avente come oggetto la Censura sulla condotta del Presidente del Consiglio Comunale nella seduta del 16 Giugno 2025 – per il giorno venerdì 18 luglio.
"Nella seduta del Consiglio Comunale del 16 Giugno 2025 è stata esposta, e legata sullo scranno del Sindaco - e per tutta la durata della seduta - una bandiera del popolo palestinese al di fuori di ogni procedura e norma prevista dallo Statuto e dai Regolamenti comunali, senza che tale iniziativa fosse stata in precedenza concordata con i Gruppi consiliari, tanto meno comunicata né prima né all'inizio della seduta, per cui nessun Consigliere ha avuto contezza del significato di tale esposizione, della sua finalità, del messaggio simbolico che si intendeva veicolare" – si legge questo nel testo della delibera firmata dai Consiglieri Comunali: Antonio M. Acquaviva, Prof.ssa Angela Camporeale, Avv. Biagio Musci, Ottavia Di Paola.
Una scelta che è stata aggravata – secondo i consiglieri sopra citati – dalla volontà da parte dei consiglieri di maggioranza di farsi fotografare con la bandiera palestinese pubblicando poi la fotografia sui social senza dare nuovamente spiegazioni sulla decisione inerente la presenza del vessillo.
Si continua a leggere nel testo della delibera: "La S.V. nella funzione di Presidente del Consiglio Comunale, e quindi tenuto a rappresentare l'intero consesso, avendo consentito ed avvallato tale comportamento istituzionale irrituale, inspiegato e in sostanza prevaricatore del ruolo di ciascun Consigliere comunale, è meritevole di censura oltre che di un giudizio di inadeguatezza della sua funzione, in particolare sotto due profili".
Si fa di conseguenza riferimento al profilo storico-politico, dove non si mette né in dubbio, né si discute sulla tragedia che si sta consumando a danno del popolo palestinese: "Se il significato della bandiera palestinese era la solidarietà ad un popolo che sta pagando tragicamente la condizione di conflitto nel Medio Oriente che dura da decenni, a maggior ragione si doveva ricercare la convergenza fra tutti i Gruppi presenti nel Consiglio comunale".
Ci si concentra anche sul profilo istituzionale facendo riferimento alle conseguenze di tale gesto, basate sulla mancanza: di fiducia fra i componenti del Consiglio, di neutralità, dell'effettiva applicazione delle norme statutarie e del regolamento consiliare per ciascun consigliere, del rispetto alla laicità dell'aula, della tutela della pluralità democratica.
"Nella seduta del Consiglio Comunale del 16 Giugno 2025 è stata esposta, e legata sullo scranno del Sindaco - e per tutta la durata della seduta - una bandiera del popolo palestinese al di fuori di ogni procedura e norma prevista dallo Statuto e dai Regolamenti comunali, senza che tale iniziativa fosse stata in precedenza concordata con i Gruppi consiliari, tanto meno comunicata né prima né all'inizio della seduta, per cui nessun Consigliere ha avuto contezza del significato di tale esposizione, della sua finalità, del messaggio simbolico che si intendeva veicolare" – si legge questo nel testo della delibera firmata dai Consiglieri Comunali: Antonio M. Acquaviva, Prof.ssa Angela Camporeale, Avv. Biagio Musci, Ottavia Di Paola.
Una scelta che è stata aggravata – secondo i consiglieri sopra citati – dalla volontà da parte dei consiglieri di maggioranza di farsi fotografare con la bandiera palestinese pubblicando poi la fotografia sui social senza dare nuovamente spiegazioni sulla decisione inerente la presenza del vessillo.
Si continua a leggere nel testo della delibera: "La S.V. nella funzione di Presidente del Consiglio Comunale, e quindi tenuto a rappresentare l'intero consesso, avendo consentito ed avvallato tale comportamento istituzionale irrituale, inspiegato e in sostanza prevaricatore del ruolo di ciascun Consigliere comunale, è meritevole di censura oltre che di un giudizio di inadeguatezza della sua funzione, in particolare sotto due profili".
Si fa di conseguenza riferimento al profilo storico-politico, dove non si mette né in dubbio, né si discute sulla tragedia che si sta consumando a danno del popolo palestinese: "Se il significato della bandiera palestinese era la solidarietà ad un popolo che sta pagando tragicamente la condizione di conflitto nel Medio Oriente che dura da decenni, a maggior ragione si doveva ricercare la convergenza fra tutti i Gruppi presenti nel Consiglio comunale".
Ci si concentra anche sul profilo istituzionale facendo riferimento alle conseguenze di tale gesto, basate sulla mancanza: di fiducia fra i componenti del Consiglio, di neutralità, dell'effettiva applicazione delle norme statutarie e del regolamento consiliare per ciascun consigliere, del rispetto alla laicità dell'aula, della tutela della pluralità democratica.