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Politica

UFS: «Lamacchia, aspetti antidemocratici»

Si alla sfiducia. Muoio e d'Addato stampelle sin dalle amministrative

Chiarire la propria posizione politica in merito alla crisi amministrativa. Il gruppo consigliare Uniti per San Ferdinando sin dal 2 gennaio, giorno delle dimissioni del sindaco Michele Lamacchia, è stato sempre coerente con la scelta di sfiduciare il primo cittadino, in quanto non ci fossero più né i numeri della maggioranza né le condizioni morali per proseguire nel cammino di Città Solidale tracciato nel 2012. Infatti, è anche di moralità che si tratta, perché, dicono, un sindaco che non accetta una semplice richiesta da parte di 4 dei suoi, non può accettare 7 emendamenti presentati dall'opposizione senza seguire l'iter previsto dal regolamento comunale.

«Siamo qui - afferma il capogruppo Salvatore Puttilli - alla vigilia della calendarizzazione della mozione di sfiducia per precisare perché questo gruppo, con I Coscienziosi firmatari con noi della mozione di sfiducia, non abbia partecipato all'ultima seduta del Consiglio Comunale. Si sono verificati degli aspetti antidemocratici che hanno visto un sindaco che ha sfidato tutti in Consiglio. Paradossalmente, quando i 9 della minoranza hanno raccolto la sfida, il primo cittadino ha inventato un incontro col presidente Michele Emiliano, smentito poi dal consigliere del PD Giacomo Rosario De Michele - adesso capigruppo de I Coscienziosi -. Subito dopo questa farsa, noi 9 consiglieri di minoranza ci siamo incontrati nell'aula di giunta e abbiamo discusso alla presenza di Giovina d'Addato una modalità per far fronte alla posizione del sindaco che non ha nessuna intenzione di lasciare la poltrona. Siamo rimasti con la convinzione che, per porre rimedio a tutto questo, ci siano solo 2 strade: la mozione di sfiducia o le dimissioni contestuali davanti a un notaio».

«Presentare da parte dell'opposizione, - riferito a d'Addato e Muoio di Cittadini per l'Italia - degli emendamenti, in un momento di grande crisi della maggioranza e con una mozione di sfiducia firmata anche dal vicesindaco - Arianna Camporeale che si è dimessarimessa anche dalla carica di assessore ai servizi sociali il giorno dopo la rassegna delle dimissioni di Lamacchia - la più suffragata di Città Solidale, è pura antipolitica. Inserirsi in una frattura interna al partito non è politicamente giusto. I 3 del PD - Camporeale, De Michele e Visaggio - fanno ancora parte del partito e non è corretto fare da stampella all'amministrazione in un momento così delicato. Siamo pronti a votare la mozione di sfiducia e ad andare in minoranza coi voti, come penso che accadrà, visto l'appoggio velato fatto sul bilancio - infatti i 2 di Cittadini per l'Italia si sono astenuti sul bilancio, facendo comunque registrare 2 no in meno -. Noi non siamo stati ascoltati su tanti punti come le piste ciclabili, per la quali abbiamo raccolto 1.000 firme, invece sono stati votati 7 emendamenti al bilancio, presentati senza seguire il regolamento di contabilità, come mi ha confermato la segreteria generale. Lamacchia non ha ascoltato il suo vicesindaco, che con altri 3 dei suoi, ha chiesto semplicemente di rinviare la seduta del Consiglio Comunale e ha accolto questi 7 principi in pochi minuti».

Il consigliere comunale di minoranza Aniello Masciulli fa un passo indietro al 2012, affermando: «Questa crisi nasce per mancanza di identità politica. Alle amministrative del 2012 hanno gareggiato 3 candidati: Salvatore Puttilli, Giovina d'Addato e Michele Lamacchia. Ci rendiamo conto che una delle liste - quella di d'Addato - serviva a non dare più i numeri al centro destra per essere rieletto - infatti, l'amministrazione Puttilli è caduta in seguito alla firma contestuale dal notaio - e che fosse propedeutica per la situazione attuale».
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